Trent'anni prima di Sorrentino, il gruppo di Genova, fu "sul pezzo", nel segnalare una capitale meravigliosa, ma con un non indifferente crollo di stile e che non poteva che vivere nel ricordo degli splendori della scomparsa "dolce vita". I Matia sono una formazione che merita da sempre venerazione dal pubblico italiano, per originalità, professionalità, rigore e ricerca musicale. Un esempio indiscutibile e unico di come la cosiddetta "musica leggera", possa toccare altissimi livelli. A quel Festival, venne, non a caso, istituito il Premio della Critica in loro onore. Ma la classifica finale li vide, sciaguratamente solo quarti. Lo stesso Mike Bongiorno ammise che inizialmente questa canzoncina fosse stata proposta a lui e che se ne vergognò talmente tanto da rifiutarla. Il più arguto Corrado Mantoni, invece, colse la palla al balzo e, presentandola ogni settimana come intersigla all'interno di FANTASTICO 3 ne fece un 45 giri vendutissimo, stupendosene lui stesso. L'argomento trattato non faceva altro che riagganciarsi al proverbiale tema delle emergenze vescicali dei hambini, già dibattuto anni prima da Pippo Franco. Giovanni Scialpi da Parma, dovette inizialmente il successo di questa canzone al fatto che fosse stata scelta come sigla finale del contenitore per bambini BIM BUM BAM allora condotto da Paolo Bonolis. Scoperto dal grande Franco Migliacci, già pigmalione di Gianni Morandi, il ragazxo non impiegò molto tempo con il suo look da bello e dannato e con le sue canzoni rabbiose a conquistare il cuore delle teenagers del momemto, diventando un fenomeno di cui anche scrittori e firme illustri si occuparono. Negli ultimi anni ha cambiato nome d'arte trasformandolo inspiegabilmente in Shalpy. Altra canzone che deve la propria popolarità alla tv. In questo caso il brano era già uscito nel 1982 nell'album del cantautore milanese SPIRITO DELLA TERRA e s'intitolava inizialmente FALÒ, cantata insieme a Riccardo Fogli e Marcella Bella. Ma il Mike nazionale la volle come sigla del suo SUPERFLASH e si decise di farne una nuova versione stavolta cantata in coppia con la discografica dell'artista che per l'occasione tornò in sala d'incisione dopo molto tempo. Venne indetto anche un concorso per indovinare chi fosse nascosto tra i cori del brano. Erano Pupo, Giuni Russo, Ornella Vanoni e Gigliola Cinquetti. Sicuramente tra i più poliedrici showmen italiani, Francesco Pippo da Roma, con la musica demenziale aveva già avuto a che fare sin dagli esordi quando incideva pezzi come LA LICANTROPIA o I SCHERZI STUPIDI. Dal 1977 di ISOTTA, però, si avvicinò anche lui alle canzoncine per bambini, diventandone lui stesso un fiero paladino e soggiornando ai primi posti delle classifiche di vendita per mesi. Questo brano, in particolare, lo presentò al Festival come ospite fuorigara con tanto di balletto e, l'Italia, ancora inebriata da IL BALLO DEL QUA QUA, corse ad assicurarsi una copia di questo singolo.. Salvatore Cutugno da Fosdinovo (MS), possiamo dire senza ombra di dubbio che sia uno dei nostri interpreti più popolari nel mondo, di sempre. E questa canzone bisogna proprio dire che ebbe molto il merito di lanciarlo dagli igloo ai bungalow. Vuoi perché di nostri connazionali ce ne sono disseminati ovunque, vuoi perché il ritormello di questo brano entra subito nella testa e vi rimane per sempre e non è cosa di poco conto. A Sanremo, pur osannato dal pubblico, le giurie lo relegarono solo al quinto posto, ma gli italiani veri lo decretarono sin dal giorno dopo, grazie alle schedine del Totip, vincitore assoluto del Festival. Da vera artista quale è sempre stata sin da ragazzina, l'ex-Pulcino di Gabbro, nell'album SMALTO che contenne questo pezzo, dimostrò come non mai la sua evoluzione musicale. In effetti, forse più di ogni altro, il suo percorso musicale è sempre stato un continuo arricchimento di elementi nuovi e il frutto di una ricerca comtinua che prosegue tuttora. Questo fu il periodo del suo rilancio definitivo e con questo brano vinse al Teatro Petruzzelli di Bari, quell'edizione di AZZURRO, in coppia con Alice. Nell'autunno televisivo, avvenne per la prima volta il superamento dello show del sabato sera di Canale 5 ai danni di quello di Raiuno. Era PREMIATISSIMA che rispolverando la formula della gara musicale a squadre e con un gruppo di artisti ben assortito alla conduzione, diede la giusta comclamazione alla tv del Biscione. Primo tra tutti il compianto imitatore romano che con il suo sorriso irresistibile, ne cantò la sigla iniziale, trascinandola pure in vetta all'hit-parade. Contrariamente a quanto passato alla storia, questa canzone del Blasco, non arrivò ultima al Festival, ma venticinquesima e penultima, davanti a CIELI AZZURRI di Pupo. Stentò molto agli inizi anche nelle vendite, appena dopo la kermesse. Ma le radio private, all'epoca, la proposero così tanto da farla a poco a poco, diventare giustamente l'inno generazionale che conosciamo tuttora. Mettendo insieme poi album, raccolte, antologie che l'hanno racchiusa nel tempo, possiamo senza dubbio definirla la canzone del Festival di Sanremo più venduta di sempre. Non era certo facile per l'artista italo-ispanico, appena dopo il successo incredibile di BRAVI RAGAZZI, il pubblico nostrano si aspettava molto da lui che in compenso, pur con vendite inferiori, inanellò un altro buon risultato. In realtà il cantante stava già maturando l'idea di cambiare in qualche modo direzione e di rivolgersi ad un genere più adulto e ricercato. Cosa che non verrà recepita con facilità nel nostro paese.
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Giugno 2015
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